Gonzalo Orquìn

30.11.2011 17:38

 

 

 

Cenni Biografici
Gonzalo Orquìn nasce nel 1982 a Siviglia e dal 2004 vive e lavora a Roma.                         
Sin da giovanissimo si interessa alla pittura e comincia la sua attività copiando le opere dei grandi artisti, tra cui Velázquez che diventerà il suo vero “maestro”. Dal 1994 frequenta l’atelier dello scultore Francisco Javier Córdoba e dal 1996 diventa allievo del restauratore Alfredo Grande León, ampliando così la sua formazione tecnica senza tralasciare la pittura, suo primo obiettivo.
 
Testo Critico
A colpo d’occhio i lavori di Gonzalo Orquín sembrano voler superare la soglia del post-moderno verso qualcosa di nuovo o di molto vecchio. Lo stile del giovane artista, perciò, da subito, si mostra non facilmente collocabile soprattutto in visione delle sue opere, in generale, su tavolo e su parete.
La chiara corposità dei suoi dipinti si avvicina più alla fruizione satinata di un affresco che a quella che ci si aspetta dal lavoro di un ventinovenne. Colpisce inoltre come questi dipinti si presentino come opera di un pittore “forte”.
Orquín non usa fotografie, proiezioni, ingrandimenti, sotterfugi, ma esclusivamente persone vive.
Nelle sue opere domina l'arte figurativa. Il mondo contemporaneo compare non solo nei volti privi di pensiero, ma nei suoi temi.
Il nocciolo duro della poetica dell’artista appare giocarsi tutto in un misterioso luogo mentale, apparentemente inesistente, ma insieme fortemente ideale e proprio di una strana sospensione del tempo. Uno spazio, tuttavia, stranamente reale, quotidiano, nel quale si mescolano routine e senso del teatro, intimismo e memoria, illusionismo e tragicità, dove non mancano riferimenti alla pittura classica (uno su tutti, il grande amore per lo stile di Velázquez) e a citazioni dall’immaginario cinematografico contemporaneo. Vi si scorge, inoltre, vita vissuta e immaginata, paura ed estasi, gioia pura e in sottofondo quel dolore vago, mai chiarito del tutto.